Il suo cuoricino non batte più

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jazzia
view post Posted on 4/3/2010, 12:51




L'aborto spontaneo riguarda il 15% circa delle gravidanze, soprattutto le prime, e nella maggior parte dei casi nel primo (e temutissimo) trimestre. Cosa si prova (frustrazione, nostalgia, impotenza), come cercare di uscirne


Quando è uscita dalla sala operatoria, nello stesso corridoio si sentivano vagiti di neonati dati alla luce da pochi istanti. Ma lei, Marina B., aveva appena subito un raschiamento. Il sogno di abbracciare il suo bimbo si era infranto presto, alla decima settimana, contro un iceberg chiamato aborto spontaneo. Qualche perdita di sangue, il riposo forzato a letto come ultima speranza, ancora perdite, più copiose, dolori, e poi la conferma più dura del ginecologo: il cuore non batteva più. Aveva perso il bambino. Che la scienza lo chiamasse embrione o feto, poco le importava. Per lei era già il suo piccolo, quello che avrebbe allattato, accudito, cresciuto, accompagnato a scuola.

Era accaduto tutto così all’improvviso, senza una ragione particolare, senza aver commesso chissà quale imprudenza. Capita. È un fenomeno assai comune (in Italia riguarda circa il 15% delle donne incinte ), colpisce soprattutto le prime gravidanze, e il suo rischio cresce con l'età della donna. E avviene per lo più (l'80% dei casi) nelle prime dodici settimane, il cosiddetto e temutissimo primo trimestre. Marina non era affatto sola, dunque. Ma in quel reparto, messa poi a riposare accanto a mamme che allattavano al seno per la prima volta, a donne che facevano progetti, e abbracciavano insieme al compagno il proprio pargolo, si sentiva più sola che mai. Anche se il marito le teneva la mano, anche se le prometteva che ci avrebbero riprovato presto.
Ma l’essere trattate e curate nel reparto maternità non è la sola stortura di un sistema che sull’aborto fa acqua un po’ su tanti fronti. A cominciare dalla mancanza di un adeguato supporto psicologico o dalla diffusa scarsa sensibilità di personale medico e paramedico che talvolta tratta il singolo episodio – che per la diretta interessata è il crollo di un mondo – come un piccolo incidente di percorso da cui rialzarsi in fretta e con facilità.

«Vada a farsi una vacanza», fu il commento di un’infermiera a Lisa, 32 anni, alle prese con il suo quinto aborto. «Un medico inglese - racconta Sarah, 39 anni , 3 aborti prima di avere la sua bimba – mentre ero sul tavolo operatorio guardò la mia cartella clinica e commentò: il tuo bimbo è ancora vivo? Beh, lo era, fino a una settimana fa». Un’insensibilità senza pari, ma purtroppo non rara per chi ha vissuto drammi come questo. Simile a quella del ginecologo che sconsigliò a Elisabetta C. di tentare ancora altre gravidanze, dopo diversi aborti a cui fece seguito invece un fiocco azzurro. Non diverso il caso recentissimo, ma estremo, di Angie Baker, 33enne britannica che voleva un bambino da 13 anni, e per 18 volte aveva sofferto di aborti spontanei, ma al diciannovesimo tentativo è nata la piccola Raiya.

Uscire dagli strascichi di un aborto, o di più aborti, non è affatto semplice. E mette spesso a rischio la stabilità del rapporto di coppia. Non sono infrequenti i casi di mariti, infatti, che dopo aver visto da vicino la sofferenza della moglie, e aver vissuto la propria, non riescono a pensare di rivivere lo stesso incubo. E dunque non vogliono più riprovarci . Almeno non subito. I ginecologi dicono che dal punto di vista medico, quando torna il ciclo – circa 30-50 giorni dopo l’aborto – è già possibile ritentare una nuova gravidanza, previa visita ginecologica. Ma gli scogli da superare non sono solo di carattere medico. E riguardano soprattutto la psiche, della donna e, più in generale, della coppia.

Ne abbiamo parlato con la psicologa Marialba Albisinni.

Quali sono i sentimenti più frequenti per una donna subito dopo l’aborto?
La frustrazione innanzitutto, la frustrazione nella progettualità: la donna si sente bloccata. E poi il senso di impotenza, la nostalgia dell’esperienza mancata, lo sconforto, la delusione, e la malinconia.

La sofferenza è per lo più femminile, nella coppia?
Senza dubbio. Intanto la stessa perdita fisica è della donna. E questo fa sì che la donna viva il dramma riconoscendolo in pieno, di solito. Ciò la porta a isolarsi, a chiudersi a riccio. L’uomo, invece, tende alla negazione del problema, lo vive in maniera distaccata e questo lo conduce ad allontanarsi dalla compagna.

Cosa si può fare per elaborare il lutto? Quanto dura il percorso?
Va premesso che purtroppo sono ancora poche le donne che cercano aiuto, che si rivolgono a un professionista per un percorso di sostegno psicologico. Le più scelgono di confidarsi con persone care, se proprio ne parlano. Invece un ciclo di pochi incontri, circa una decina, sarebbe sufficiente a far loro elaborare meglio il lutto e a voltare pagina. Per poi riprovarci. Anche i consultori spesso offrono servizi di questo tipo.

Dopo quanto tempo consiglia di riprovarci, psicologicamente parlando?
Non sono io a dare questo tipo di consiglio. È la donna che, dopo l’elaborazione, ha maggior consapevolezza e dunque decide se si sente pronta per ritentarci. Tante ricominciano subito, altre hanno bisogno di aspettare.

E tu, hai vissuto un dramma di questo tipo - direttamente o indirettamente - e ti va di raccontarcelo?

Fonte Libero.it
 
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°Raffaella°
view post Posted on 22/1/2011, 23:41




io l'ho vissuto per 2 volte e sono il marito di una splendida donna ma ciò che è scritto sopra sono solo falsità con che diavolo di diritto dite che l'uomo risulta distaccato con che diavolo di autorità vi permettete di scrivere certe cretinate.
unica cosa vera che ho letto è la completa incompetenza del personale medico e infermieristico del reparto di pontedera (PI) doveva essere un'eccellenza ....
credo proprio che affermazioni come quelle lasciate sopra dovrebbero essere scritte dopo attenta analisi e non lasciate li tanto per fare e tanto per dire.
all'uomo in questa situazione nessuno mai si degna di chiedere come stà è importante la donna si ci mancherebbe altro ma................
questo è quanto sentivo
saluti
 
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jazzia
view post Posted on 13/3/2011, 14:16




Ogni osservazione è sempre bene accetta
 
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2 replies since 4/3/2010, 12:51   127 views
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