“Sopravvivere” a un figlio ribelle

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jazzia
view post Posted on 11/6/2008, 16:57




Chi ha figli lo sa bene: fare il genitore è un mestiere difficile. E in certi momenti è anche un lavoro ingrato. Capita spesso, infatti che il pargoletto, già a quattro anni, riesca a metter in crisi un’intera famiglia con memorabili crisi di capricci all’ora di andare a dormire, o che in età di scuola elementare ingaggi battaglie al calor bianco tutti i pomeriggi per completare i compiti. Quando poi si arriva alle soglie dell’adolescenza, può solo andare peggio. I genitori si interrogano disperati: come sopravvivere a questi momenti di crisi, senza rinunciare ad avere con i propri figli un rapporto soddisfacente e sereno, ma senza abdicare al proprio compito educativo? Sono queste le domande a cui si propone di rispondere il libro “Il figlio ribelle”, edito da De Agostini.

L’autore è Alan E. Kazdin, autore del metodo che prende nome da lui. "Il figlio ribelle", dopo trent’anni di ricerca e pubblicazioni scientifiche rivolte agli addetti ai lavori, è il primo libro pensato per il grande pubblico. Il manuale popone a genitori ed educatori un approccio innovativo con cui affrontare gli atteggiamenti aggressivi e ribelli che possono insorgere nei bambini e nei preadolescenti, senza esasperare i contrasti e senza guastare l’armonia familiare.

L’approccio al problema è soprattutto pratico. Il metodo viene illustrato a partire da una serie di esempi reali, casi paradigmatici in cui ogni famiglia può riconoscersi. Si va dal bambino di quattro anni colto da crisi di rabbia e capricci serali, alla bambina di nove-dieci anni sempre in lite con la sorella, al ragazzino tredicenne che si esibisce in un poco edificante repertorio di parolacce e che riduce la sua camera ad una fiera del disordine. Il punto di partenza è sempre lo stesso, anche se adattato alle diverse situazioni: innanzi tutto il genitore deve rovesciare le sue prospettive e, invece di contestare un atteggiamento negativo (ad esempio: “fai troppi capricci” oppure “Se non mi ascolti mi fai arrabbiare) deve esprimere lo stesso concetto in versione positiva (ad esempio, in riferimento alle due affermazioni appena citate, la prima diventa:“Quando sei scontento, voglio che tu me lo dica in modo tranquillo ed educato”, mentre la seconda sarà: “Voglio dire le cose una sola volta ed essere ascoltato”).

Il metodo Kazdin prevede la creazione di una tabella a “punti” in cui registrare i “premi” per tutti i comportamenti soddisfacenti e togliere invece i meriti in caso di atteggiamenti da punire. Al termine della giornata o della settimana ai punteggi positivi corrisponderà una gratificazione, ad esempio un dono, un privilegio o un’altra ricompensa concordata con il piccolo.
Il libro affronta anche una serie di questioni educative più generali, ad esempio, che cosa aspettarsi dalle punizioni e come utilizzare questo strumento in modo da ottenerne la massima efficacia senza esasperare il bambino, oppure come permettere al ragazzino di “esercitarsi” nei comportamenti che noi ci aspettiamo da lui in modo che possano trasformarsi in buone abitudini nel minor tempo possibile.

Nello stesso tempo, il libro insegna a capovolgere tante convinzioni sbagliate, spesso molto radicate tra gli adulti, e a costruire un rapporto migliore con i propri figli, imparando ad ascoltarli e a farsi ascoltare, modulando opportunamente i toni della voce e il linguaggio del corpo. Ma insieme con grande saggezza Kazdin raccomanda di non avere fretta in questo cammino educativo e di imparare a cogliere e ricompemsare i segnali di successo anche parziale, soprattutto se si cerca di insegnare comportamenti di una certa complessità, come andare a letto da soli la sera senza capricci. Nel secondo capitolo del libro, scrive. “Se non avete mai suonato il pianoforte e volete imparare un pezzo di Beethoven, non iniziate provando subito a suonarlo. Ci arriverete gradualmente (...) finché non diventate abbastanza bravi. E con vostro figlio (...) lodate ogni singolo progresso”.

Alan E. Kazdin è stato definito”il maggior psicologo infantile vivente”. Professore di psicologia presso l’Università di Yale e Direttore dello Yale’s Parenting Center and Child Conduct Clini, i suoi libri sulla psicologia e sul comportamento dei bambini e degli adolescenti sono stati pubblicati in decine di Paesi.

 
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