Bambini che ricordano vite passate

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jazzia
view post Posted on 10/6/2008, 14:07




In sintesi si trattava di questo: una bambina asseriva sin da piccola che sua madre non era la sua vera madre.(Forti sensi di colpa in quest' ultima) i luoghi ove viveva non erano i "suoi", si ricordava inoltre come era morta (annegata in un fiume) e tutto il resto che accompagna simili dichiarazioni. Più in la con gli anni decidono lei e la famiglia di incontrare la famiglia "originale" ancora vivente.
La ragazza "riconosce" subito la madre, le si butta in ginocchio.
La "madre" riconosce nella ragazza la bambina morta annegata nel fiume anni prima.Quest' ultima, capace di nuotare e senza fobie riguardanti l' acqua prova un terrore quando passa sul punto del fiume dove "era" annegata.I fatti si sono svolti nello Sry Lanka, Paese dove la reincarnazione è in genere accettata.

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Da sempre, le scuole spirituali dell'Oriente postulano che il bambino, nei primi anni della sua vita, conserva ricordi e "condizionamenti" derivantogli dall'esistenza precedente. Di che natura siano questi "condizionamenti", possiamo disquisire
a lungo. Secondo l'abitudine occidentale tendente alla razionalizzazione di ogni aspetto della vita umana, anche questi temi
possono essere affrontati solo in due modi: o dichiararli del tutto estranei alla propria portata indagatoria perché facenti parte di una generica sfera fideistica, oppure cercarne qualche conferma sperimentale.
Studiosi che si sono impegnati, in questo senso, non mancano così come non manca la casistica che pare suggerire che la reincarnazione sia molto più di una semplice illusione consolatoria, come vorrebbero gli scettici..
Il più famoso ricercatore in questo senso, è Ian Stevenson, dell'Università della Virginia, che raccolse parecchie centinaia di presunte retrocognizioni ipnotiche. In particolare, riguardo ai bambini, i casi in cui i piccoli hanno fornito particolari che hanno permesso di ricostruire dettagliatamente una possibile vita precedente, non sono pochi. C'è anche un libro che ne parla diffusamente: "Bambini che ricordano altre vite", di I. Stevenson, Ed. Mediterranee, 1991.

E' certo che un semplice ragionamento ci permetterebbe, quanto meno, di ribattere logicamente ad una delle classiche obiezioni di coloro che sono contrari alla reincarnazione. Se quest'ultima fosse vera, dicono costoro, perché mai non ricordiamo nulla delle nostre vite precedenti? Intanto, va precisato che il fenomeno del "ricordare" pone gli stessi problemi
alla nostra mente sia che si tratti della vita "attuale" o che si tratti di una presunta vita precedente. Infatti, nessuno di noi, credo, è in grado di ricordare esattamente, a livello conscio, tutti i dettagli del proprio passato, anche andando indietro di un breve lasso di tempo. Ma il più elementare principio di consapevolezza delle dinamiche mentali gestite dal cervello (non create, però!) ci dice che i ricordi "dimorano" dentro di noi in quello che genericamente possiamo chiamare subconscio. In secondo luogo, a proposito della memoria di vite precedenti, l'oblio è necessario ed indispensabile per preservare da traumi da eccessiva consapevolezza o, se si preferisce, da "sovraccarico", la nostra coscienza ordinaria.
Come ci dice Manuela Pompas, nota studiosa italiana di fenomeni paranormali ed autrice del libro "La terapia R, guarire con la reincarnazione" (Mondadori), "Noi non ricordiamo perché l'anima, come diceva Platone, prima di incarnarsi passa attraverso il Lete, il fiume dell'oblio (il liquido amniotico dentro il ventre materno?).
Per alcuni individui ricordare sarebbe traumatico. Meglio rinascere senza ricordi e senza condizionamenti. Inoltre cancelliamo i nostri ricordi a causa dei condizionamenti culturali." L'ipnosi regressiva risulta con molta verosimiglianza una tecnica in grado di rimuovere o, forse, semplicemente di "navigare" il fiume Lete senza affondare, e non sono rari i casi in cui questo avviene con i bambini.
L'età prescolare sembra quella migliore, forse perché la mente ordinaria, quella più associata agli involucri temporanei che costituiscono l'individuo da poco reincarnatosi, non è ancora subissata dai condizionamenti della vita.
Personalmente, ho sentito molte storie di genitori rimasti esterefatti di fronte ad improvvise uscite dei loro piccoli, di solito non più che cinquenni, che non sanno davvero come spiegarsi. Come quella compagna d'asilo di mia figlia che, per un certo periodo, continuava a ripetere alla mamma che annegare è bello perchè quando lei é annegata, "giù dal barcone in
mezzo al lago", aveva visto gli angeli. Oppure un figlio di una mia amica, bimbetto di quattro anni, il quale non solo vede spesso dei "piccoli esserini" girare per la casa ma continua a dire che sono gli stessi che vedeva quando viveva nel bosco con delle capre...
Suggestioni date dalla vita di oggi immersa nei mezzi massmediali ?...
Non posso escluderlo, ma di norma, questi casi presentano un tipo di "chiara consapevolezza" ben differente dalle normali fantasie infantili. Io stesso ho un vago ricordo di precise sensazioni molto chiare provate e vissute costantemente nei primi anni delle mia vita. Ma si tratta di casi, per quanto numerosi, non della regola. Osservando attentamente mia figlia e l'ho ascoltata nelle sue esternazioni improvvise degli anni della prima infanzia, e posso dire che alcune di esse, che ora per brevità non sto a descrivere, non si contestualizzavano di certo con un suo vissuto attuale.
In "Scienze della Mente", di Massimo Biondi e Giovanni Iannuzzo, quest'ultimo scrive: "Gli studi di Ian Stevenson, psichiatra notissimo e, sino agli anni ottanta altrettanto noto esponente del "movimento parapsicologico" (sino a quando non ha deciso di allontanarsene), hanno aperto la strada allo studio scientifico dell'ipotesi della "reincarnazione", studio fondato non solo su evidenze empiriche, ma anche su importanti ricerche sul campo".
Tali studi hanno promosso la field inquiry in un campo prima negletto.
Il presente articolo percorre questa stessa strada. Gli AA. hanno sottoposto a valutazioni di personalità e di capacità mentali 27 coppie di bambini (soggetti e controlli) in Sri Lanka che pretendevano o meno di ricordare eventi della loro vita passata. Contemporaneamente, questionari sul loro comportamento, sviluppo e ambiente familiare sono stati somministrati ai loro genitori.
I bambini convinti di ricordare memorie di una vita passata sono risultati più bravi a scuola, rispetto ai loro pari, e non più suggestionabili. Valutati con il Child Behavior Checklist, rivelano più problemi di comportamento, fra cui tratti oppositivi e caratteristiche di tipo ossessivo. Sottoposti a un altro strumento d'indagine, il Child Dissociation Checklist, hanno rivelato maggiori tendenze dissociative.
Non vi è sembra alcuna strutturazione dell'ambiente familiare che differisca in maniera misurabile dal gruppo di bambini di controllo. Gli AA. non traggono specifiche conclusioni: suggeriscono però (e questo è un pregio), la necessità di uno sforzo sul piano neurocognitivo, neurobiologico, psicologico e pedagogico per comprendere lo sviluppo della personalità di questi bambini. E ipotizzano provocatoriamente che, sebbene questi risultati siano stati ottenuti nello Sri Lanka, è anche possibile che fenomeni simili avvengano in altre parti del mondo e in altre culture."
In generale, sono del parere che il bambino viva, per una certa fase della sua infanzia, ancora "a contatto" con esperienze e parziali emotività di vite precedenti e che, nei casi in cui "non tutto va secondo le regole", questa realtà la si può verificare proprio dalla voce diretta dei bambini. Poi, come ripeto, la cultura in cui si nasce condiziona molto e spessissimo noi frustriamo il bambino che dovesse esprimersi in modo "incomprensibile" facendolo sentire in colpa, quasi fosse un bugiardo instradato verso una vita di menzogne.
Ecco, questo tipo di repressione, a mio parere, è molto pericoloso, e non solo nel senso reincarnazionistico: si tratta senz'altro e comunque di una limitazione imposta ad un essere in un periodo della vita in cui i confini fra esistenza focalizzata sul presente e coscienza "globale" sono ancora abbastanza mischiate.
Per chi naviga in Internet, ecco ora un Link prezioso che, se studiato con mente aperta e libera, potrà aiutarci ad avvicinarci in senso comprensivo alla dottrina della reincarnazione scoprendo come essa sia una delle più belle conquiste mai raggiunte dalla consapevolezza dello spirito umano:
http://www.mednat.org/reincarnaz/reincarnazione2.htm

Siamo Occidentali ed è giusto che la nostra cultura, la nostra civiltà continuino a trasmetterci i propri valori o i propri limiti. In questo caso, essi non possono che stimolarci verso una maggiore apertura di mente e spirito e, a proposito dei destini ultimi della vita, credo che sarebbe sempre bene tenere presente queste parole che ci vengono, però, dall'antico Oriente:
"Per l'anima non c'è mai nascita ne' morte. Esiste e non cessa mai di esistere. È non nata, eterna, esiste sempre, non muore ed è originale. Non muore quando il corpo muore".
Bhagavadgita 2.20)" By Antonio Bruno

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L'incredibile storia di Cameron, il bambino scozzese con due vite - Mamma, sono nato due volte
A 6 anni ha ricordi precisi. Un'altra madre, un'altra casa, un cane. Che però non aveva mai «visto». Poi un viaggio su un'isola. E la «scoperta»: quel piccolo era già stato lì. In un'esistenza precedente ?

Clydehank (Gran Bretagna), luglio 20078 - Biondo, occhi azzurri e faccina da monello. A prima vista Cameron, sei anni, e’ un bambino come tanti. A scuola è molto loquace: adora raccontare alle maestre episodi legati alla famiglia, alla madre, alla sua casa. E fin qui, tutto normale. Se non fosse per un unico, piccolo particolare: il bimbo non ha mai visto ne la famiglia, ne la madre, né la casa di cui parla. O meglio: non le ha mai viste in questa vita. Ma procediamo con ordine.

Cameron Macaulay vive con la madre Norma, separata, e un fratello maggiore a Clydebank, città industriale vicino a Glasgow, in Scozia. È stato a tre anni che ha iniziato ad avere un comportamento strano: parlava sempre di persone immaginarie, che non aveva mai conosciuto. Ma le sue stranezze non finivano qui: descriveva nei dettagli alcuni luoghi nei quali sosteneva di aver vissuto. Com'era possibile se non era mai uscito da Clydebank ?

A volte diceva di essere cresciuto a Barra, un'isola sperduta a nord della Cornovaglia, a 300 chilometri dalia sua città. Dove non era mai stato prima. Ma soprattutto una cosa preoccupava mamma Norma: suo figlio nominava di continuo la sua «vecchia» famiglia, la «mamma e i fratelli di prima». Cameron parlava anche di suo padre, ma non di quello attuale, vivo e vegeto, bensì di quello «vecchio», di nome Shane Robertson, morto, secondo il piccolo, in un incidente d'auto. E descriveva sempre la casa «di prima»: grande, bianca e affacciata su una baia di Barra, dalla quale diceva di sentire il rumore degli aerei che atterravano sulla spiaggia. Spesso il bimbo si lamentava della sua casa di «adesso», dotata di un solo bagno mentre quella «di allora» ne aveva tre. Anche la sua famiglia attuale non gli andava tanto bene, perche’ viaggiava troppo poco rispetto a quella «di prima».
Per tre anni la mamma di Cameron e le maestre hanno assecondato i suoi discorsi, ritenendoli frutto di fantasia.
Quando Camcron ha compiuto sei anni la situazione è precipitata: piangeva tutti i giorni perché voleva tornare dalla famiglia e dagli amici «di allora». Per risolvere la questione una volta per tutte, a Norma rimaneva solo una cosa da fare: accompagnare suo figlio a Barra. Era certa che il bambino, giunto sull'isola, avrebbe ammesso di essersi inventato tutto. Intanto Norma aveva saputo che una casa di produzione tv era alla ricerca di storie legate alla reincarnazione. Così ha contattato la troupe, ha proposto il caso di suo figlio e insieme con loro ha deciso di girare un filmato sul viaggio a Barra. Al gruppo si è aggiunto Jim Tucker, americano, direttore della clinica di Psichiatria infantile della Virginia University, incuriosito dalla vicenda.

Cameron era felicissimo. Arrivati sull'isola, però, la delusione: dopo aver visitato quasi tutte le case del posto, Cameron si è accorto che nessuna corrispondeva a quella che descriveva. Ed è stato a quel punto che nel tragitto verso l'albergo, Norma ha avuto un'intuizione: Cameron aveva detto di vedere, da casa, la spiaggia sulla quale atterravano gli aerei.

Avrebbero fatto tappa lì. Pochi chilometri ed ceco la sorpresa: in lontananza è apparsa la casa bianca, isolata e affacciata su una splendida baia...

E appena arrivato, Cameron non ha avuto dubbi: si è fiondato a colpo sicuro verso un pertugio ben nascosto da cespugli: un'entrata segreta che non si sa come potesse conoscere, poiché dall'esterno era totalmente invisibile. E mentre erano lì, stupiti e un po' sconvolti, è arrivata una telefonata: sì, una famiglia Robertson era esistita veramente su quell'isola e aveva abitato in quella casa bianca, affacciata sulla baia di Cockleshell. Proprio come descritto da Cameron.

La casa era disabitata: gli ultimi discendenti del clan se n'erano andati da tempo. E figuratevi lo stupore quando, la sera, sono arrivate in hotel alcune foto di quella ormai famosa famiglia Robertson mandate dall'anagrafe: il bambino, infatti, ha riconosciuto il cane maculato e l'auto nera di cui parlava spesso.

Dunque quel bambino è davvero un «reincarnato» ? Nessuno scienziato ce lo potrà dire. Di certo quando il gruppo è ripartito Cameron era tornato sereno: aveva condiviso con altri il peso di quella «doppia vita», dolce e amara. Con cui era bello ma a volte troppo difficile convivere.
By Chiara Dalla Tomasina – Tratto da: Oggi, Ago 2007

In Occidente. Da noi, circa il 15 per cento della popolazione crede nella reincarnazione. Per gli occidentali la reincarnazione ha una valenza positiva: è una "ulteriore possibilità" che ci viene concessa se la vita precedente è andata male, cioe' non ha evoluto l'individuo verso la coerenza.

In Oriente. "Per le filosofie orientali invece è una condanna. Ci si reincarna migliaia di volte, a seconda delle azioni compiute in vita, ovvero il karma in base al quale si determina in cosa ci si reincarnerà. Fino all'illuminazione, stadio in cui non ci si reincarna più e ci si unisce al Tutto o ci si incarna per aiutare gli altri.
 
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