Milano, 25 ott. - Una mamma inglese ha dato alla luce i primi bebè britannici 'figli' di un ovulo coltivato in laboratorio. Una nuova tecnica di fecondazione (maturazione in vitro), che ha portato finora alla nascita di circa 400 bimbi nel mondo e - secondo gli esperti - potrebbe costituire una buona alternativa alla 'classica' fecondazione in vitro per alcune donne ad alto rischio. Il procedimento non richiede il 'bombardamento' di farmaci potenzialmente rischiosi tipico della Fiv. Non solo. E' anche più economico e rapido, benché i tassi di successo siano inferiori e la metodica, si legge sulla Bbc online, non sia rimborsata dal servizio sanitario britannico.

I gemellini, un maschio e una femmina, sono nati a un minuto di distanza l'uno dall'altro il 18 ottobre scorso. Ora stanno bene, proprio come la loro mamma, che si era sottoposta al trattamento all'Oxford Fertility Centre, l'unico al momento autorizzato in Gran Bretagna a praticare questa tecnica. In base al metodo dell''ovulo coltivato', le donne devono sottoporsi a una sola iniezione ormonale, gli ovuli sono prelevati dalle ovaie e quindi fatti maturare in laboratorio per 1-2 giorni. Una volta fertilizzati, gli embrioni che si sono sviluppati vengono trasferiti nell'utero materno. Secondo il ginecologo Tom Child, dell'Oxford Fertility Centre, la tecnica ha particolari benefici per le donne con sindrome dell'ovaio policistico.